Senza cattolici ma è un male?

Posté par atempodiblog le 9 mai 2008

Giuliano Ferrara, la cui intelligenza ci pare non sia messa in dubbio neppure da chi lo detesta, ha subito colto un aspetto singolare del nuovo governo Berlusconi: l’assenza di ministri cattolici. Più che di assenza, potremmo parlare di scomparsa. C’erano sempre stati, i cattolici: ovviamente con la Dc, ma anche con i precedenti governi sia di centrodestra che di centrosinistra. È singolare che questa tabula rasa sia stata operata proprio dalla coalizione che, tradizionalmente, fa il pieno di consensi nell’elettorato cattolico. Eppure, così è successo: i centristi dell’Udc non sono stati rimpiazzati con altri ex dc; Formigoni è stato convinto a restare in Lombardia anche (e non solo) per servire la causa; perfino il suo fedele Lupi – ciellino pure lui – s’è dovuto accontentare della vicepresidenza della Camera, dopo che per giorni era stato indicato come sicuro ministro della Salute. E dunque: è un tradimento dell’elettorato cattolico? È presto per dare risposte.

Tuttavia, una cosa la si può dire fin da ora. Pensare che il desiderio dei cattolici sia quello di avere al governo uomini e donne dalla sicura fedeltà personale ai valori della Chiesa, è piuttosto infantile. La sinistra, ad esempio, ha sempre molto insistito sulla non coerenza di uomini come Casini, Fini e Berlusconi che – da divorziati – parlano in difesa della famiglia tradizionale. È un argomento comprensibile, ma piuttosto demagogico. Il cattolico non vuole un governo di virtuosi: vuole un governo che tuteli i propri valori. Per il semplice motivo che i ministri non sono santi da indicare alla devozione dei fedeli, ma amministratori della cosa pubblica. Può sembrare paradossale per chi è estraneo al mondo cattolico: ma per un credente è molto meglio un politico che predica bene (in Parlamento) e razzola male (in privato) che non il contrario. Meglio un libertino che dice di no ai Dico, insomma, che un integerrimo padre di famiglia che legifera contro la famiglia.
Vedremo se il governo de-cattolicizzato di Berlusconi riuscirà ad accontentare i cattolici che lo hanno votato. Ma una cosa è sicura: il cattolico crede che una cosa è giusta o sbagliata a prescindere da chi la fa. Quindi, sarà soddisfatto se sulla scuola, sulla famiglia e sulla vita il governo farà quel che ha sempre promesso di fare; non se i ministri o i viceministri avranno una patente da devoti.

di Michele Brambilla – Il Giornale

Une Réponse à “Senza cattolici ma è un male?”

  1. atempodiblog dit :

    Mons. Luigi Negri (vescovo di S. Marino e Montefeltro): “Si dice che non si può parlare della verità, se non si è coerenti. Come dire che la forza della verità si fonda sulla coerenza con cui io la vivo. Io preferisco affermare una Verità che mi trascende e mi giudica: le chiedo di rendere la mia vita meno incoerente, di aiutarmi ad essere testimone di una verità che salva. Se parlassero solo quelli che si credono coerenti, ci sarebbe un silenzio assordante, rotto soltanto dagli scribi, dai farisei e dagli imbecilli”.


    L’uomo autentico e la Verità

    di Antonio Socci

    Nelle “Osservazioni sulla morale cattolica” Alessandro Manzoni scriveva: “è necessario che molti, che tutti predichino una morale superiore ai loro fatti. Il ministero… fa che uomini deboli e che in fatto cedono talvolta alle passioni, predichino una morale austera e perfetta. Nessuno può tacciarli di ipocrisia, perché parlano per missione e per convincimento, e confessano implicitamente e talvolta esplicitamente d’essere lontani dalla perfezione che insegnano… Accade purtroppo talvolta che la predicazione discende al livello dei costumi, ma questo è un inconveniente”. La vera purezza consiste nel restare certi ed entusiasti della Verità a prescindere da come la si vive, senza scandalizzarsi dei peccati propri o altrui. L’entusiasmo con cui gli amici di Gesù parlavano di lui ai quattro venti non era affatto delegittimato dai loro limiti, dalle loro paure e dai loro peccati. Nel “Processo a Gesù” di Diego Fabbri, san Pietro parla con appassionata commozione di Gesù e quando gli rinfacciano di averlo tradito, l’apostolo risponde: “se non sai che si può amare e tradire, che uomo sei?”. L’uomo autentico ama il Vero più di se stesso e non riduce la Verità alla misura dei propri limiti. Questo è il cattolicesimo.

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