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Combattere la Chiesa

Posté par atempodiblog le 21 janvier 2008

Combattere la Chiesa  dans Citazioni, frasi e pensieri gkchesterton

“Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell’umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l’umanità pur di combattere la Chiesa”.

-Gilbert Keith Chesterton-

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Il piano di salvezza di Maria

Posté par atempodiblog le 18 janvier 2008

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Lettera di un bambino abortito alla madre

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2008

E’ stata:
· Letta a Radio Maria
· Pubblicata sulla rivista telematica Pathway Journal di ottobre 1999
· Pubblicata sulla rivista Teologica n.23
· Pubblicata sulla Rivista « Medjugorje Torino »
· Pubblicata nel sito lavoce.an.it
· Pubblicata nel sito genitoricattolici.org

Cara mamma,

tu non mi conosci in quanto, quand’ero ancora nel tuo grembo, hai deciso che la mia vita venisse soppressa con l’aborto. Ma, rifiutato dagli uomini, sono stato raccolto dal Signore che ha detto: « Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai » (Is. 49,15). E Dio d’amore, in virtù dei meriti di Gesù Cristo e delle preghiere della Chiesa e di tutti i santi, mi ha portato nel Paradiso.

Essendo morto da piccolo, non in grado quindi di compiere il bene ed il male e di discernerlo, non sono stato sottoposto al giudizio come invece accadrà a te ed agli altri uomini nel momento della morte. Io so che sei stata sedotta da certi falsi maestri che, come Lucifero con Eva, ti hanno fatto credere che si trattava « solo di un’interruzione della gravidanza », mentre il Papa con l’enciclica « Evangelium vitae » ha chiarito che invece è un peccato mortale. So che non hai mai letto la Bibbia e neppure tale enciclica, mentre preferivi passare ore davanti alla televisione, strumento utile ma che gli uomini hanno reso un moderno vitello d’oro. Se tu avessi letto la Parola di Dio avresti meditato il libro sapienziale del Qoelet che insegna « Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo« . Avresti quindi atteso il momento propizio per compiere quegli atti d’amore che mi hanno dato vita in un momento per te indesiderato. Credendoti libera ed emancipata secondo le teorie del mondo, ti sei trovata « prigioniera » della mia presenza che ti avrebbe impegnata in compiti e responsabilità per le quali non ti sentivi matura. Nonostante i consigli di chi, ispirato da Dio, ti stimolava ad affidarti comunque alla Sua provvidenza, come fece Agar nel deserto ed altre donne bibliche antesignane di Maria Santissima che ha avuto la massima fiducia in Dio, tu hai preferito sbarazzarti di me. Padre Pio, durante la confessione di una donna che aveva abortito, le mostrò in visione un papa osannato dalle folle dicendole che Dio aveva progettato per suo figlio un tale ruolo. Ma io, dal Paradiso, ti amo lo stesso e prego perché tu ti salvi. In molti casi la preghiera dei bambini abortiti è l’unica orazione, unita a quella di qualche familiare, recitata incessantemente a favore della loro madre. Se sentirai dei rimorsi, sappi che, come è successo a tante madri che hanno abortito, tali rimorsi sono una grazia che va accolta e perfezionata con la confessione del tuo grave peccato, che il Signore d’infinita misericordia arde dal desiderio di perdonare; ma non può farlo senza il tuo pentimento. Non trascurare tale grazia ed affrettati a sbarazzarti del grave peccato. Da tale peccato devi liberarti il più presto possibile per la tua serenità e per la gioia di Dio che ha detto « Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione » (Lc. 15,7). Poiché ti amo non desidero che tu, incurante dei richiami alla conversione ed al pentimento, finisca nell’inferno che esiste ed è esattamente come la Madonna, mia Madre in cielo, l’ha mostrato ai veggenti di Fatima e di Medjugorje. Anche se andrai da medici o psicologi per tentare di allontanare il « rimorso provvidenziale », nessun di loro potrà mai cancellare la tua colpa, ma un sacerdote sì.

Tuo figlio mai nato.

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Pescecane e l’emergenza rifiuti

Posté par atempodiblog le 12 janvier 2008

Da ‘La parrocchia sottomarina – catechesi giovanile in rima’
di Padre Livio Fanzaga

I propositi del Pescecane all’inizio dell’anno

Il Pescecane va dal Pescepalla per fare il programma del nuovo anno e dice: « Padre sto diventando vecchio e il tempo che passa mi pesa parecchio ».
Pescepalla: « Riprendi la partita e datti da fare per rinnovare la vita ».
Pescecane: « La sobrietà mi affascina e mi controllerò sulla bilancia quando mi alzerò alla mattina ».
Pescepalla: « Nel nostro mare c’è la manna, non riuscirai a trattenerti se non fai un programma ».
Il Pescecane fa un programma: « Al mattino un caffeino, a mezzogiorno le alghe e alla sera un brodino ».
Pescepalla: « satana è cosi furbo che se ti indebolisci troppo, ti recherà disturbo ».
Pescecane: « Padre, alla sobrietà vorrei aggiungere la carità: la domenica mattina mi recherò a Pianura a mangiar la spazzatura« .

emoticone

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Preghiera e difficoltà

Posté par atempodiblog le 11 janvier 2008

Se continuate a trovar difficoltà nel pregare, vorrei rassicurarvi, siete sulla buona strada. E c’è da temere di quel cristiano, di quel religioso, che nella preghiera trova tutto liscio. Solo in Paradiso sarà facile pregare, perché allora Dio stesso con la sua luce sfolgorante attuerà le nostre deboli potenze, fatte capaci di « lumen gloriae » di contemplarlo. Quaggiù no!

Se da queste riflessioni vi portaste via la convinzione che pregare è « difficile », avreste trovato un antidoto contro il veleno dello scoraggiamento che proprio intorno all’arte di pregare continua a fare le sue vittime . A comune conforto cito una esperta in materia che di orazione se ne intendeva: S. Teresa d’Avila.

Ella ha scritto così divinamente della preghiera, …sembrerebbe che dovesse pregare con grande facilità. Non fu così sentite: « Ohimé, spessissimo, e per anni interi, io sono meno occupata di Dio e dei buoni pensieri che della smania di veder fluire l’ora dell’orazione. Stavo in attesa del momento in cui l’orologio avrebbe suonato. Avrei allora preferito la più rude penitenza alla pena di dovermi raccogliere ai piedi di Nostro Signore, e non saprei dire qual terribile lotta dovessi sostenere contro il demonio e le mie perverse abitudini per portarmi all’oratorio; entratavi, poi, ero presa da una tristezza mortale e dovevo far ricorso a tutto il mio coraggio (che a quanto si dice non è poco) per padroneggiarmi e mettermi a pregare. Finalmente Dio veniva in mio aiuto, e dopo essermi fatta violenza, provavo spesso consolazioni più grandi che nei giorni in cui ero meglio disposta ». Pensate: questo stato di cose, dice la Santa le durò per circa 14 anni.

Constatare tutto ciò ci fa bene! Bisogna tenere a portata di mano certe testimonianze perché, ci mostrano dei grandi Santi alle prese con le nostre stesse difficoltà, e noi ricaviamo incoraggiamento ad andare avanti. Se anime di questa portata sono state così provate, perché meravigliarci se anche noi sentiamo le stesse difficoltà?! « Chi vuole dedicarsi all’orazione deve immaginarsi di coltivare un terreno ingrato e coperto di rovi, per farne il giardino del Signore. Dapprima il divin Seminatore strappa le cattive erbe e al loro posto ne semina di buone. Tocca poi a noi, come giardinieri, di lavorare con l’aiuto di Dio, per far crescere queste pianticelle, e d’innaffiarle spesso perché abbiano a portar fiori leggiadri, il cui profumo torni gradito a N.S.. Se così è, il buon Pastore visiterà spesso le sue care aiuole e vi prenderà le sue delizie.

Fonte: comeunafonte

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Monnezza

Posté par atempodiblog le 11 janvier 2008

In qualità di vittima, è con gioia e sollievo che accolgo le seguenti parole scritte dal chimico e accademico Franco Battaglia su «Il Giornale» del 9 gennaio 2008: «Dovete sapere che il modo più rapido, economico e rispettoso dell’ambiente di smaltire i Rsu (rifiuti solidi urbani, ndr) è l’incenerimento, possibilmente accoppiato alla produzione d’energia. Il modo più bischero è quello della raccolta differenziata; bischerrima all’ennesima potenza, poi, è la cosiddetta raccolta porta-a-porta, che altro non è che la raccolta differenziata spinta fino all’esasperazione».
Ancora: «Che la raccolta differenziata sia una cosa bischera è semplice da capire. Innanzitutto, con essa non si smaltiscono i rifiuti ma li si separa.

L’idea sarebbe di riciclarli. Il condizionale non lo uso a caso. Infatti, il limite della produzione del riciclo e quello di mercato: a che pro un riciclo spinto, ad esempio, del vetro o della carta se poi il mercato del vetro scuro (che è il vetro che si può produrre dalla raccolta differenziata del vetro) o della carta riciclata è limitato? Che cosa succede al vetro e alla carta riciclata che rimangono invenduti? Vanno a finire il primo in discarica e la seconda bruciata negli inceneritori.

Tanto valeva portarcela prima». Due precisazioni: «bischero» è termine toscano che sta per «imbecille»; il Battaglia insegna giusto Chimica Ambientale (all’università di Modena). Si raccolgono firme per la sua elezione a Ministro al posto dell’attuale.

Fonte: rinocammilleri.it

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Chiesa in campo per il dialogo

Posté par atempodiblog le 8 janvier 2008

Nel suo dolente messaggio, in cui non ha esitato ad u­sare parole dure per defi­nire l’attuale situazione in cui ver­sano Napoli e la Campania, il car­dinale arcivescovo Crescenzio Se­pe aveva chiesto ai parroci di te­nere in chiesa veglie di preghiera per condividere con le proprie co­munità la riflessione su questo ter­ribile ed umiliante momento ed anche la speranza di poterlo su­perare invitando a coinvolgere i più giovani soprattutto nella pro­mozione della raccolta differen­ziata e nella richie­sta alle istituzioni di avviare il giusto ci­clo dei rifiuti. E il ve­scovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, sotto la cui cura ca­de il quartiere di Pianura, sabato ha inviato una lettera in cui tra l’altro chiede precise ga­ranzie alle autorità che hanno deciso la riapertura della di­scarica di Pianura e condanna le forme violente di pro­testa. «È intollerabile – dice mon­signor Pascarella. – che a tutt’oggi non si riescano a intravedere vie d’uscita da una situazione che al­tre Regioni hanno già brillante­mente risolto». La delusione più grande espressa dagli abitanti di Pianura come dei vicini paesi è che non siano stati contattati, che la decisione sulla discarica sia scesa dall’alto. «È indispensabile – con­corda il vescovo di Pozzuoli – che in frangenti così delicati, che coin­volgono un così gran numero di persone e sotto tanti aspetti, non ultimo quella della salute o della vivibilità, la voce degli abitanti del territorio venga ascoltata. Cercan­do d rispondere alle richieste di si­curezze e di controllo su quello che realmente verrà sversato nella di­scarica, in modo da impedire ogni forma di possibili infiltrazioni ma­lavitose e camorristiche». Come guida della comunità ecclesiale flegrea il vescovo ha condannato «la violenza da ogni parte», ma an­che fatto un appello ben preciso. «Ho chiesto di non alimentare la tensione – afferma . – E ho rivolto un monito ai cittadini a contribui­re alla soluzione di questa lunga crisi attraverso la raccolta diffe­renziata».

La lettera di monsignor Pascarella domenica è stata letta durante le Messe celebrate nelle chiese della diocesi flegrea. Appelli al dialogo e alla responsabilità anche da don Giuseppe Cipolletta che domeni­ca ha celebrato su un altare im­provvisato davanti alla discarica della discordia. Il giovane parroco della chiesa di Sant’Antonio ave­va di fronte le facce della sua gente di Contrada Pisani, an­nichilite e stanche. La loro rabbia per il sogno infranto di ve­dere il quartiere ri­nascere è passata at­traverso le parole del sacerdote: «Vogliono prendere la spazza­tura di tutta Napoli e portarla a Pia­nura – ha detto. – È normale che la gente si ribelli. Questa è dittatura, invece ci vorrebbe il dialogo. Con l’arroganza non si risolvono i pro­blemi. Alle istituzioni bisogna chiedere: finora che cosa avete fat­to? ». E ha invitato la gente a pro­testare, ma senza violenza: «I miei parrocchiani sono persone perbe­ne: la gente va ascoltata non ba­stonata ». Dalle chiese si è dunque levata la voce che richiama le co­scienze alla responsabilità, a rico­noscere gli errori e a porvi rime­dio. «Il cristiano sente la respon­sabilità di tuteleare il Creato – sot­tolinea don Tonino Palmese, re­sponsabile dell’Ufficio per la sal­vargua del Creato della Diocesi di Napoli. – L’invito dell’arcivescovo alla preghiera significa superare i conflitti per riconciliarsi anche con chi è colpevole dello stato in cui vive Napoli».

di Valeria Chianese

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L’intervista di Padre Livio a Vicka (2008)

Posté par atempodiblog le 7 janvier 2008

Diretta da Medjugorje,
2 Gennaio 2008 (h 14:30-15:30)

L'intervista di Padre Livio a Vicka (2008) dans Medjugorje medj_vicka4

PADRE LIVIO – Cari amici di Radio Maria, buona giornata a tutti. All’inizio di questo nuovo anno abbiamo la grazia di avere in diretta la veggente Vicka che è qui con noi a Medjugorje, luogo da cui trasmettiamo via collegamento telefonico. Innanzitutto vorrei che Vicka facesse un saluto e ci rassicurasse sulle sue condizioni di salute.
VICKA – Carissimi ascoltatori sono contentissima di poter stare qui oggi con Padre Livio, ma sono ancora più contenta di potervi trasmettere quello che la Madonna dice a me e che io posso così dire a tutti voi.
PADRE LIVIO – Siccome è da qualche mese che non hai potuto avvicinare gli ascoltatori e i pellegrini a causa delle tue condizioni di salute vorrei chiederti come stai ora.
VICKA – Io ora sto bene, davvero.
PADRE LIVIO – Ho visto che nei giorni scorsi hai accolto i pellegrini stando anche parecchie ore al freddo, ed eravamo anche a -8 e -10 gradi. Però ho notato che hai sopportato bene questo sforzo.
VICKA – Questa piccola cosa che riguarda la salute è capitata nello scorso mese di maggio. La Madonna ha voluto forse mettermi alla prova, mi ha chiesto questa piccola sofferenza ed io sono stata contentissima di accettarla. Io dico sempre alla Madonna che sono pronta ad accettare con tutto il cuore e con amore tutto quello che mi viene chiesto. Io ora però sto bene.

27 anni di apparizioni

PADRE LIVIO – Siamo ormai al ventisettesimo anno delle apparizioni. Si tratta di un lunghissimo tempo, quasi un terzo della vita media di una persona. Dopo questi 27 anni, come ti sembra che sia stato accolto il messaggio della Madonna?
VICKA – Quando si parla di 27 anni, sembra che sia trascorso moltissimo tempo. A me però non sembra così, perché il tempo mi sembra che sia volato via velocemente. Sono 27 anni in cui le Madonna è rimasta in mezzo a noi e 27 anni di grandi grazie. Noi non possiamo immaginare quale valore abbia questa sua presenza in mezzo a noi. In realtà questo periodo non è troppo lungo, ma troppo corto! Dico troppo corto in riferimento alle grazie che abbiamo qui! Io dico sempre che finché abbiamo la Madonna qui in mezzo a noi, abbiamo la sicurezza di una protezione materna particolare.
PADRE LIVIO – Però la Madonna ha detto che in questo periodo molti hanno risposto alla chiamata, ma anche che molti si sono persi per strada.
VICKA – Io voglio sempre seguire quello che la Madonna vuole. La Madonna ha detto di essere contenta per tutti i pellegrini che giungono qui a Medjugorje, ma di essere ancora più contenta per coloro che giungendo qui, che accolgono il suo messaggio e che lo portano anche agli altri. Ognuno di noi deve essere portatore di questo suo messaggio. Noi molte volte cominciamo a vivere questo suo messaggio, ma poi arriva il momento in cui ci stanchiamo, ci fermiamo e non proseguiamo più. Per questo la Madonna ci invita sempre a proseguire con costanza giorno per giorno.
PADRE LIVIO – Una delle obiezioni che vengono portate avanti, anche da personalità autorevoli della Chiesa, riguardano la durata di queste apparizioni. Tu ti sei mai fatta questa domanda: perché questo lungo periodo in cui la Madonna viene qui tra noi? Che risposta ti sei data?
VICKA – Questa è stata anche una obiezione dei nostri sacerdoti. Una volta abbiamo chiesto alla Madonna quanto ancora sarebbe rimasta tra noi, e lei ci ha risposto: « vi siete già stancati di me »? Questa domanda non l’avevamo però fatta per nostra curiosità, ma perché altri ci avevano fatto domandare questa cosa. Altre volte la Madonna ci ha detto « io sono madre di tutti voi, vi amo con lo stesso amore, e sono venuta per salvarvi tutti ». Io sono sicura che la sua presenza così lunga tra noi sta a significare la sua attesa, il fatto che ci aspetta tutti perché vuole la nostra salvezza. Ha anche detto: « voi non sapete quante grazie voi avete », e questo vale finché la Madonna resta qui con noi. La sua presenza è una grande grazia che ha ottenuto da suo Figlio.
PADRE LIVIO – Dunque la presenza della Madonna per così tanto tempo è a dimostrazione del suo immenso amore materno.
VICKA – Quando la Madonna appare ti dà una serenità, una pace interiore e una felicità che non c’è altro da desiderare. Io vedo però che nel cuore della Madonna c’è una grande sofferenza. Anche se copre questa sofferenza col sorriso, questa sofferenza però non viene cancellata. Io vedo che c’è qualcosa che non va.
PADRE LIVIO – Quindi c’è una gioia della Madonna per tutti quelli che si convertono, ma c’è anche un dolore per tutti quelli che hanno incominciato la via della conversione ma non hanno perseverato.
VICKA – Sì, io penso questo: quanto amore ha la Madonna per noi! È una cosa che non si può immaginare: un amore infinito! Non esiste nessuna persona al mondo che ha un cuore grande così. Lei accoglie a braccia aperte chi vuole credere. A chi invece è ancora lontano lascia la libertà e lo aspetta, standole vicino ugualmente nella speranza che un giorno possa arrivare ad accoglierla.

Il tempo della conversione e i dieci segreti

PADRE LIVIO – Uno dei motivi per cui queste apparizioni sono importanti è per quanto la Madonna ha detto fin dal suo primo anno delle apparizioni. La Madonna ha detto delle frasi che vorrei tu commentassi, dando la tua interpretazione. Le frasi sono: «Queste mie apparizioni qui a Medjugorje sono le ultime per l’umanità.
Affrettatevi a convertirvi» (17 aprile 1982) e «Sono venuta a chiamare il mondo alla conversione per l’ultima volta. In seguito non apparirò più sulla terra. Queste sono le mie ultime apparizioni» (2 maggio 1982). Secondo te questo significa dire che Medjugorje sono le ultime apparizioni della Madonna qui su questa Terra?
VICKA – Questi messaggi per me sono chiari: questa è l’ultima volta che lei si presenta qui sulla Terra secondo la modalità che avviene qui a Medjugorje, ossia una presenza così lunga. Io ho sentito quelle parole perché le ho ricevute io personalmente; quelle dell’altro messaggio non le ho ricevute io e forse altri potrebbero aggiungere qualcosa di più. La Madonna invita anche oggi alla conversione perché è oggi che stiamo vivendo questo tempo di grazie. Noi non dobbiamo aspettare domani a convertirci, ma dobbiamo farlo già da oggi, perché domani potrebbe essere già tardi. Inoltre la nostra conversione non riguarda solo un giorno, ma tutta la nostra vita intera. La chiamata di Maria si riferisce al fatto che lei vuole avvicinarci a suo Figlio. Lei non ha mai detto di mettere la sua persona al primo posto, mai! Questo non l’ho mai sentito dire dalla sua bocca! Lei dice sempre di mettere suo figlio Gesù al primo posto, lei sta al secondo posto. Nelle preghiere noi dobbiamo sempre pregare prima suo Figlio, e poi lei. Le grazie che lei può concedere è perché Dio le ha date a lei. La Madonna fa solo da tramite.
PADRE LIVIO – Mi ha molto colpito quello che la Madonna ha detto riguardo il terzo segreto, che riguarda il segno sulla montagna. Voi veggenti avete detto che si tratta di un segno visibile, indistruttibile e che viene dal Signore. Lei però ha anche detto: «Affrettatevi a convertirvi. Quando si manifesterà sulla collina il segno promesso sarà troppo tardi» (2 settembre 1982). Un’altra volta ha anche detto: «Anche quando sulla collina lascerò il segno che vi ho promesso, molti non crederanno. Verranno sulla collina, si inginocchieranno, ma non crederanno. È ora il tempo di convertirsi e di fare penitenza» (19 luglio 1981). Perchè, secondo te, le persone vedranno il segno ma non si convertiranno?
VICKA – Il terzo segreto riguarda il segno che lascerà qui a Medjugorje sul monte delle apparizioni. Questo segno rimarrà per sempre ma sarà dato soprattutto per quelle persone che sono ancora lontane da Dio. La Madonna vuol dare la possibilità a queste persone che vedano il segno di poter credere a Dio. Una volta ho avuto modo di vedere questo segno in visione.
PADRE LIVIO – Tu hai già visto il segno?
VICKA – Sì, l’ho visto in una visione.
PADRE LIVIO – Una volta Jakov in una intervista a Radio Maria ha detto che per vedere il segno sarà necessario venire qui a Medjugorje. È vero?
VICKA – Sì, è vero. Il segno rimane sul Podbrdo e bisogna venire qui. Questo segno rimarrà per sempre e sarà indistruttibile. Riguardo a quelle persone che vedranno e che non crederanno si può pensare che abbiano i cuori troppo chiusi. Ogni persona è responsabile delle proprie scelte: solo quelle persone che sono lontane da Dio e che hanno il cuore di pietra possono restare indifferenti al segno, le altre di sicuro no. Quelle persone che hanno intenzioni buone ma che fanno fatica a credere o che non riescono a credere, ecco, per loro il segno sarà un aiuto. Ma per quelle persone che fanno tutto contro Dio il segno non servirà a nulla.
PADRE LIVIO – Dunque il segno sarà un estremo aiuto per i non credenti, ma non sarà anche il modo che spingerà la Chiesa a riconoscere le apparizioni come autentiche?
VICKA – Sì, certamente si tratta di un modo perché la Chiesa sia sicura che la Madonna è stata veramente a Medjugorje per tutti questi anni. La Madonna pesa a tutti, sia ai non credenti sia alla Chiesa. Resta solo a noi la decisione di rispondere alla sua chiamata, anche mediante questo segno. Questo segno sarà un segno che non potrà essere fatto dall’uomo, ma solo da di Dio. Quando arriverà il segno nessuno potrà dire che arriva da un’altra parte.
PADRE LIVIO – Questo significa che quando arriverà il tempo del manifestarsi dei segreti che vanno dal quarto al decimo, il segno rimarrà sempre visibile e servirà per confortarci. Tu però hai detto l’anno scorso che durante il tempo dei dieci segreti ci sarà un veggente che avrà ancora le apparizioni quotidiane.
VICKA – Sì, è una cosa che ti confermo adesso. Resta da vedere quale sarà il veggente che sarà scelto dalla Madonna.
PADRE LIVIO – Un veggente che sarà scelto tra te, Marija e Ivan. A Mirjana è stata riferita questa cosa ma ha risposto di non sapere nulla. Questo cosa sta a significare? Che questa cosa è stata detta a te personalmente?
VICKA – La Madonna me l’ha detto personalmente. Non mi ha detto altro: adesso apettiamo. Lei sicuramente ci darà altre spiegazioni quando sarà il momento.

Il valore della sofferenza

PADRE LIVIO – Permettimi di farti un’altra domanda un po’ particolare. Negli ultimi anni la Madonna ci invia i messaggi attraverso Marija, quello del 25 del mese, Mirjana, quello del 2 del mese, e qualche volta anche attraverso Ivan quando ha le apparizioni sulla montagna. Ho notato però che è da qualche anno che tu non ricevi più messaggi per tutti.
VICKA – La Madonna sa quando deve dare i messaggi. La Madonna ha detto che ci sarebbero tantissimi messaggi ma noi non siamo pronti ad accoglierli. La Madonna non vuole darci messaggi perché li ascoltiamo e basta, ma vuole che li viviamo. Lei ha detto che quando noi andiamo avanti in questo cammino, lei è pronta a darcene degli altri. Lei vuole che la seguiamo. È inutile gettare le perle ai porci, come si suol dire. Io la penso così.
PADRE LIVIO – Io invece la penso un po’ diversamente. Visto che tu sei stata incaricata dalla Madonna per pregare per i malati, forse la Madonna vuole che tu sia un messaggio vivente di come essere pazienti nell’accettare la sofferenza.
VICKA – Sicuramente la sofferenza non si può spiegare ma solo vivere dentro nel proprio cuore. Quando il Signore dona a noi una piccola sofferenza, come una piccola croce, noi dobbiamo accettarla con cuore. Questo è davvero un grande dono che Dio ci fa. Noi tante volte pensiamo: come può essere un dono la malattia? Alla Madonna ho detto tante volte che io sono pronta a prendere il dono della sofferenza, chiedo solo la forza e il coraggio di poter andare avanti. La Madonna ha detto: voi non sapete quanto valore ha la nostra sofferenza davanti agli occhi di Dio. Voi, carissimi ascoltatori, dovete però sapere che ci sono diverse sofferenze: c’è una sofferenza che viene da Dio ed una sofferenza che invece cerchiamo noi. Il valore è diverso. Noi dobbiamo accettare quello che il Signore vuole da noi e dobbiamo ringraziarlo di questo grande dono.
PADRE LIVIO – Mi sembra che la Madonna ti abbia detto di essere sorridente anche quando hai momenti di sofferenza.
VICKA – Anche questo è bellissimo. Se vedi il sorriso quando c’è la sofferenza significa che tu la accetti, e dopo non vedi più la sofferenza ma senti la gioia che ti arriva dal cuore. Più fai le cose per la Madonna più senti felicità e amore.
PADRE LIVIO – Tu dici questo, ma la verità è un’altra, cioé quelli che scoprono che la sofferenza è una grazia e arrivano ad accettarla sono pochi, mentre la grande maggioranza delle persone quando è malata chiede la guarigione, magari andando anche da persone sbagliate come maghi, ecc. La Madonna invece ci ha detto come ricevere le guarigioni in un messaggio: «Per la guarigione dei malati è necessaria una fede salda, una preghiera perseverante, accompagnata dall’offerta di digiuni e di sacrifici. Non posso aiutare coloro che non pregano e non fanno sacrifici» (18 agosto 1982).
VICKA – Dio è sempre pronto a concedere questo dono della guarigione. Sai, noi molte volte quando abbiamo qualche difficoltà siamo sempre pronti a fare di tutto per implorare Dio di concederci qualcosa. Però la Madonna ha detto che non si devono fare giochi nelle richieste di grazie. La Madonna è sempre pronta a concederci grazie tramite suo Figlio, ma molti chiedono la guarigione del corpo e pochi invece quella del cuore. Solo quando inizia la guarigione del cuore, allora arriva anche la guarigione del corpo. Alle volte noi sbagliamo nel chiedere. Non bisogna ragionare così: oggi ho bisogno di una cosa allora prego la Madonna che me la deve concedere altrimenti non prego più. Non si può fare come un commercio con la preghiera.
PADRE LIVIO – Certo, perché se la Madonna ci guarisse senza che noi ci convertiamo, noi ci serviremmo della guarigione per continuare a peccare.
VICKA – Oggi infatti vediamo come nel mondo si verifica proprio questa cosa: tutto ciò che un tempo era normale oggi è diventata non più normale e viceversa. Il male non è più tale per molte persone.

La difficile situazione della pace nel mondo

PADRE LIVIO – Infatti la Madonna ha dato dei messaggi preoccupanti sulla situazione del mondo, in cui il male sembra crescere. In un messaggio la Madonna ha detto: «Il mondo di oggi vive in mezzo a forti tensioni e cammina sull’orlo di una catastrofe. Può essere salvato soltanto se troverà la pace. Ma la pace potrà averla soltanto ritornando
a Dio» (15 febbraio 1983).
VICKA – Molte volte cerchiamo la pace nel posto sbagliato. Quando noi preghiamo per la pace nel mondo lo facciamo senza voler cambiare noi stessi, come se noi non c’entrassimo. Invece noi tutti siamo parte del mondo.
PADRE LIVIO – La Madonna ha parlato anche di falsi profeti dicendo che «Quelli che fanno predizioni catastrofiche sono falsi profeti. Essi dicono: “In tale anno, in tale giorno, ci sarà una catastrofe”. Io ho sempre detto che il castigo verrà se il mondo non si converte. Perciò invito tutti alla conversione. Tutto dipende dalla vostra conversione» (15 dicembre 1983). Io allora ti chiedo: se ci convertiamo ci saranno o non ci saranno i dieci segreti?
VICKA – I dieci segreti ci saranno lo stesso. La Madonna me ne ha descritti nove ed io ora sto aspettando la rivelazione dell’ultimo. La Madonna ha detto che il settimo segreto è stato per metà cancellato per merito delle nostre preghiere e sacrifici.
PADRE LIVIO – Quindi in sostanza il discorso è questo: la Madonna ci supplica perché ci convertiamo, di non aspettare il segno sulla montagna per convertirci, e comunque sia «tutti i segreti che ho confidato si realizzeranno» (23 dicembre 1982). Quando dunque noi parliamo dei segreti, lo facciamo invitando tutti alla speranza. La Madonna a Medjugorje non è dunque venuta per farci paura, ma per richiamarci alla responsabilità e alla conversione in un contesto che ci richiama sempre alla speranza. Ecco qui un messaggio: «Per il cristiano c’è un unico atteggiamento nei confronti del futuro: la speranza della salvezza» (10 giugno 1982).
VICKA – La Madonna è qui in mezzo a noi per salvare le nostre anime, ma vedi che lei ti dà sempre una gioia, un coraggio, ti spinge ad andare avanti.
PADRE LIVIO – Anche io dico sempre, quando faccio le trasmissioni a Radio Maria, che i dieci segreti sono un tempo di grazia perché è in questa occasione che il potere del maligno verrà vinto. Se noi siamo vicini alla Madonna e sentiamo nel nostro cuore la gioia, allora non abbiamo più paura per il futuro.
VICKA – Certo: chi prega non ha mai paura del male.
PADRE LIVIO – Anche se il male è pericoloso e satana è certamente forte. La paura angosciosa per il futuro certamente non si addice ad un credente, però oggi esiste una preoccupazione che non va sottovalutata. Giovanni Paolo II in due occasioni ha affermato che il mondo è a rischio di autodistruzione. Il veggente Ivan ha dichiarato in un video che la Madonna in una occasione gli ha detto la medesima cosa, cioé che il mondo è a rischio di autodistruzione. Non è bene dunque essere superficiali. In un messaggio la Madonna ha detto: «Pregherò mio Figlio Gesù di non punire il mondo, ma vi supplico: convertitevi. Voi non potete immaginare ciò che accadrà, né ciò che Dio Padre manderà sul mondo. Per questo vi ripeto: convertitevi. Rinunciate a tutto. Fate penitenza» (25 aprile 1983).
VICKA – La Madonna è qui con noi da così tanti anni proprio perché noi ci avviciniamo a Dio e ci convertiamo. La Madonna come madre non vuole che si persa nessuno dei suoi figli. Lei però non usa mai la forza e nondice mai « tu devi convertirti ». Lei ci invita, ci lascia sempre la libertà di decidere nel nostro cuore. Solo che i nostri cuori sono duri.

La presenza di satana

PADRE LIVIO – La Madonna nomina satana in quasi cento messaggi, di cui 80 tra quelli dati alla parrocchia, e in questi messaggi mostra la sua azione. La Madonna nei primi anni ha dato un messaggio un po’ particolare, che però trova conferma nella esperienza anche di altri mistici come Papa Leone XIII: «È giunta l’ora in cui a Satana è consentito di agire con tutte le sue forze e la sua potenza. L’ora presente è l’ora di Satana» (10 febbraio 1983). Cosa significa questo?
VICKA – Sicuramente il potre di satana è forte, anche se non così forte come quello di satana e della Madonna. Oggi nelle nostre famiglie può fare tutto quello che vuole perché non si prega più. Satana tenta anche le persone che sono vicine a Dio, ma se una persona è veramente forte nella preghiera e nella fede in Dio, lui non può fare più niente.
PADRE LIVIO – Infatti la Madonna ha detto: « affrontate e vincete satana con il rosario in mano » (cf. 8 agosto 1985).
VICKA – Certo, questo è l’unico modo.
PADRE LIVIO – E’ comunque incredibile come già trent’anni fa la Madonna avesse previsto che satana avrebbe attaccato soprattutto i giovani e le famiglie.
VICKA – Sì, per i giovani e le famiglie si tratta di un momento molto difficile: divorzi, droga…
PADRE LIVIO – La Madonna, oltre a satana, ha anche parlato dell’inferno. In un messaggio ha detto che «oggi molti vanno all’inferno». E’ la stessa cosa che ha detto anche a Fatima. Ha anche aggiunto che «le anime dei dannati non si pentono e continuano a rifiutare Dio. Diventano parte dell’inferno e non vogliono essere liberate da quel luogo» (25 luglio 1982). Dunque la Madonna ci parla di satana, del fatto che molti vanno all’inferno, mentre alle volte si sente dai pulpiti delle chiese che satana non esiste, che l’inferno è vuoto, ecc.
VICKA – Io posso dire che chi va all’inferno va per sua propria volontà. Io dico anche questa verità che ho visto coi miei occhi perché vi sono stata portata dalla Madonna col mio corpo: l’inferno non è vuoto. Ci sono tante persone, e la Madonna ha spiegato che quelle persone ci sono andate per loro scelta, per loro volontà.
PADRE LIVIO – Questa è per noi anche una responsabilità perché si salvino tutte le anime. A Fatima la Madonna ha infatti detto che molti vanno all’inferno perché non c’è nessuno che prega e che si sacrifica per loro.
VICKA – Noi preghiamo per tutti loro e facciamo anche sacrifici. La scelta finale però spetta solo a loro. Quello che possiamo fare lo facciamo di tutto cuore, e preghiamo perché loro tramite il nostro esempio possano cambiare vita.
PADRE LIVIO – Per quanto riguarda la diffusione dei messaggi una volta la Madonna ha detto: «Per diffondere i miei messaggi, vivete innanzitutto la pace nei vostri cuori. Senza di questa gli uomini non vi crederanno e rifiuteranno le vostre parole» (20 dicembre 1983). Quindi per voi veggenti il problema non è tanto quello di trasmettere a voce i messaggi ma di viverli in prima persona per essere credibili.

(…)

L’intervista termina con i saluti agli ascoltatori e una preghiera finale.

Trascrizione a cura di Aldo Galli – holy.harmoniae.com/medj_intervista_vicka_dic2008.htm

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Beata Imelda Lambertini

Posté par atempodiblog le 2 janvier 2008

 

Beata Imelda Lambertini dans Beata Imelda Lambertini

 

 

Beata Imelda Lambertini Vergine

12 maggio

Bologna, 1320 c. – 12 maggio 1333

Quella di Imelda Lambertini, al secolo Maria Maddalena, è una vicenda che si iscrive nel capitolo della santità dei bambini e degli adolescenti. Nata a Bologna intorno al 1320, morì nel monastero domenicano di Santa Maria Maddalena in Val di Pietra nel 1333, quindi a soli 13 anni circa. Era entrata nel monastero ancora bambina, desiderosa di ricevere l’Eucaristia. Ciò avvenne per via miracolosa, come attesta la tradizione. Questo prodigio l’ha resa modello di devozione eucaristica. Fu Papa Leone XII a confermare nel 1826 il culto della beata, già attestato nel catalogo dei santi e dei beati della Chiesa bolognese del 1582. Il Domenicano Giocondo Pio Lorgna (1870-1928) mise sotto la protezione della beata la Congregazione da lui fondata, le Suore domenicane della beata Imelda, oggi presenti in Italia, Albania, Filippine, Camerun, Brasile e Bolivia. Si occupano di pastorale parrocchiale, scolastica e giovanile. Per «Amare e far amare Gesù Eucaristia», secondo il detto del fondatore. (Avvenire)
Etimologia: Imelda = (forse) attiva in battaglia, dall’antico tedesco
Martirologio Romano: A Bologna, beata Imelda Lambertini, vergine, che, accolta fin da piccola come monaca nell’Ordine dei Predicatori, ancor giovinetta, dopo aver ricevuto l’Eucaristia con straordinaria devozione, d’un tratto emise il suo spirito.

L’essere santi non è un privilegio di pochi, ma una meta per tutti, senza limiti di età o condizione sociale; i giovani in particolare, seguiti dagli adolescenti e dai ragazzi, non sono mai mancati nella storia della Santità Cristiana; anche se per un lungo periodo, la Chiesa non ha preferito proclamare santi o beati dei fanciulli o adolescenti.
Poi questa preclusione è venuta meno e tanti giovani e ragazzi sono saliti o stanno per salire all’onore degli altari, inoltre le cause in corso hanno subito un’accelerazione; ne citiamo alcuni:
Servi di Dio: Silvio Dissegna 12 anni di Moncalieri (TO); Aldo Blundo 15 anni di Napoli; Angela Iacobellis 13 anni di Napoli; Girolamo Tiraboschi, novizio camilliano di Cremona; Giuseppe Ottone 13 anni di Torre Annunziata (NA); venerabili Maggiorino Vigolungo 14 anni, aspirante Paolino di Benevello (Cuneo); Mari Carmen Gonzalez-Valerio 9 anni spagnola; i beati Giacinta Marto 10 anni e Francesco Marto 11 anni, veggenti di Fatima in Portogallo; beato Nunzio Sulprizio 19 anni di Napoli; beato Pedro Calungsod di 18 anni, martire filippino; beati David Okelo 16 anni e Gildo Irwa 12 anni, martiri ugandesi; beata Laura Vicuña 13 anni cilena; san Domenico Savio 15 anni, oratoriano di don Bosco; santa Maria Goretti 12 anni di Nettuno (Latina), ecc.
Velocemente accenniamo anche ai santi adolescenti e martiri dei primi tempi cristiani, come s. Tarcisio, s. Vito, s. Pancrazio, s. Agata, s. Agnese.A questo incompleto elenco, bisogna aggiungere una beata del Basso Medioevo, periodo storico avaro di figure di bambini santi; si tratta di Imelda Lambertini nata a Bologna nel 1320 ca.; figlia di Egano Lambertini e della sua seconda moglie Castora Galluzzi, al battesimo ebbe il nome di Maria Maddalena.
Ancora bambina era entrata nel monastero delle Domenicane di S. Maria Maddalena di Val di Pietra, dove oggi sorge il convento dei Cappuccini e le fu dato il nome di Imelda, la comunità era composta dalle Canonichesse Regolari di S. Agostino, le quali verso la fine del sec. XIII erano passate alla Regola Domenicana.
Della vita di Imelda non si sa quasi niente, tranne il famoso miracolo eucaristico che la vide protagonista; come è noto, ricevere la Comunione Eucaristica, non era permesso in quei tempi prima di aver compiuto i 12 anni, ma l’educanda Imelda aveva un solo desiderio, che era quello di ricevere l’Ostia consacrata e ne faceva continua richiesta, sempre rifiutata.
La vigilia dell’Ascensione, il 12 maggio 1333, stava in Cappella partecipando con le suore e le altre educande alla celebrazione della Messa, arrivata alla Comunione Imelda inginocchiata al suo posto pregava fervidamente, desiderando nel suo intimo di ricevere Gesù, quando una particola si staccò dalla pisside tenuta in mano dal celebrante e volò verso la bambina, tutti i presenti poterono vederla, allora il sacerdote accostatosi la prese e gliela mise fra le labbra.
Subito dopo raggiante di gioia e ancora inginocchiata, Imelda Lambertini spirò in un’estasi d’amore, a quasi 13 anni. Le sue spoglie furono racchiuse in un artistico sepolcro di marmo con un’iscrizione e si cominciò a recitare in suo onore un’antifona.
Dal 1582 le Domenicane si trasferirono all’interno delle mura di Bologna, ottenendo dalla Curia arcivescovile la traslazione delle reliquie della beata, che oggi si trovano nella chiesa di S. Sigismondo. Da quell’anno il suo nome fu inserito nel Catalogo dei Santi e Beati della Chiesa Bolognese.
Sotto il pontificato di Benedetto XIV (1740-1758), il quale la ricordò in una sua opera sulla canonizzazione dei Servi di Dio, furono avviate le pratiche di conferma del culto della beata bolognese, che però avvenne solo con papa Leone XII il 20 dicembre 1826.
La pratica di canonizzazione fu ripresa nel 1921 proseguendo fino al 1942, arenandosi poi per difficoltà di carattere storico.
Il culto per la beata Imelda Lambertini, si è diffuso di pari passo con la crescente devozione eucaristica in tutto il mondo; è la patrona venerata dei Piccoli Rosarianti e le Beniamine di Azione Cattolica e papa s. Pio X nel 1908, la indicò come protettrice dei bambini che si accostano alla Prima Comunione.
In Francia nel monastero di Prouilles sorse in suo onore una Confraternita, approvata dai Sommi Pontefici e messa sotto la guida dell’Ordine Domenicano.
Infine il Servo di Dio padre Giocondo Pio Lorgna (1870-1928) domenicano, mise sotto la sua protezione la Congregazione da lui fondata, le “Suore Domenicane della Beata Imelda”, oggi presenti in Italia, Brasile, Albania, Filippine, Camerum, Bolivia.

Autore:
Antonio Borrelli – santiebeati.it

 


 

BEATA IMELDA LAMBERTINI

All’inizio del 1300, viveva a Bologna il Conte Lambertini che con sua moglie Castora desiderava ardentemente un figlio che però tardava a venire, nonostante le preghiere e le suppliche che da loro s’innalzavano al cielo. Finalmente nacque una bimba, Imelda, che fin da piccola mostrò segni di grande personalità: invece di apprezzare i giochi che la circondavano, preferiva i grani del rosario e quando piangeva per qualche piccolo guaio, l’acquietava solo il sentir pronunciare il nome di Gesù.
Nonostante la giovane età, essa mostrò subito i segni di una precoce religiosità, che la vedeva inginocchiata spesso davanti ad una statua della Vergine, o recitare il rosario o andare alla Messa di frequente, guardando con invidia chi poteva ricevere il Corpo e il Sangue di Gesù. Imparò presto a leggere con un piccolo Messale e si faceva spiegare i passi della Bibbia dalle due zie suore, tra cui la sorella del padre che, prima dedita ai piaceri del mondo, si era tutt’a un tratto ritirata, coinvolgendo una cinquantina di sue amiche, in un convento dove visse venti anni in penitenza e contemplazione.

Quando Imelda compì 10 anni, i suoi genitori volevano festeggiare il suo compleanno ma ella rifiutò, chiedendo invece di entrare in convento presso le suore Domenicane. I genitori, oppressi dal dolore di perderla, tuttavia la lasciarono partire per la sua nuova vita. Il convento era regolato da ferree abitudini: bisognava amare l’obbedienza, la povertà, i digiuni, le veglie, la mortificazione… ma niente sembrava troppo per la giovanetta che con grande emozione ricevette il suo nuovo abito e cominciò a seguire le regole della sua nuova casa, pur pensando spesso ai genitori e sentendosi stringere il cuore per il loro dolore. Intanto, faceva tanti progressi ma ancora, purtroppo, non poteva ricevere Gesù e questo la feriva profondamente.
Un giorno, dopo aver sentito leggere la vita di Sant’Agnese, il suo sacrificio e il suo amore per Gesù, chiuse gli occhi immaginandosi la scena e sentì una voce che le chiedeva: “Figliola, cosa desideri da me?” e vide chinarsi su di lei la Madonna a cui, pronta, rispose: “Volevo conoscere la storia di Agnese perchè cerco in cielo un’amica poichè qui sulla terra non ne ho nessuna”. La Madonna la prese per mano e la condusse in un luogo dove trovò ad attenderla Maria Maddalena e san Domenico e successivamente conobbe la piccola santa Agnese. A questa visione si svegliò. Certo tutto era stato un bel sogno che l’aveva però molto confortata. Il suo pensiero fisso, comunque, era quello di ricevere Gesù, ma sembrava che per questo il tempo non passasse mai; chiedeva il permesso al cappellano ma questi rifiutava ed ella accettava la volontà di Dio con rassegnazione, pur struggendosi nella pena e nella penitenza.
Alla vigilia dell’Ascensione, Imelda era in ginocchio davanti all’altare mentre una suora più anziana si dava da fare lì intorno. Ad un tratto ella udì un leggero fremito e, volgendosi, vide un’Ostia che era sospesa a mezz’aria sul capo della bambina, mentre Imelda era in estasi. Corse ad avvertire le altre e tutte si radunarono nella cappella insiema al cappellano che, tenendo in mano una patena si diresse verso l’Ostia che discese e si posò tra le mani del sacerdote. Imelda fece così la sua prima comunione. Ma quando finalmente tutto fu finito e la superiora si diresse verso la bimba per rialzarla, la fanciulla ricadde inerte: era morta d’amore per Gesù e dal suo viso irraggiava ancora una felicità ineffabile.

Fonte: cartantica.it

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