• Accueil
  • > Archives pour le Dimanche 23 décembre 2007

L’omelia del Cardinale Ivan Dias nel 150° anniversario delle apparizioni a Lourdes

Posté par atempodiblog le 23 décembre 2007

L’omelia del Cardinale Ivan Dias *
nel 150° anniversario delle apparizioni a Lourdes

L'omelia del Cardinale Ivan Dias nel 150° anniversario delle apparizioni a Lourdes dans Antonio Socci cardinal-ivan-dias-lourdes

Ci siamo riuniti ai piedi della Vergine Maria per inaugurare l’anno Giubilare in preparazione per il 150° compleanno delle sue apparizioni in questo luogo benedetto. Vi porto un saluto molto cordiale di Sua Santità il Papa Benedetto XVI che mi ha incaricato di esprimervi il suo amore e sollecitudine paterna, di assicurarvi delle sue preghiere e di darvi la sua benedizione apostolica. Come pellegrini riuniti nell’amore del Cristo, vogliamo ricordare con gratitudine ed affetto le apparizioni che hanno avuto luogo qui nel 1858. Cerchiamo insieme di sentire le palpitazioni del cuore materno della nostra cara Mamma celeste, di ricordare le sue parole e di ascoltare il messaggio che ci propone ancora oggi.
Conosciamo bene la storia di queste apparizioni. La Madonna è discesa dal Cielo come una madre preoccupata per i suoi figli che vivono nel peccato, lontani da Cristo. È apparsa alla Grotta di Massabielle, che all’epoca era una palude dove pascolavano i maiali, ed è precisamente là che ha voluto far sorgere un santuario, per indicare che la grazia e la misericordia di Dio superano la miserabile palude dei peccati umani. Nel luogo vicino alle apparizioni, la Vergine ha fatto sgorgare una sorgente di acqua abbondante e pura, che i pellegrini bevono e portano nel mondo intero manifestando il desiderio della nostra tenera Madre di far arrivare il suo amore e la salvezza di suo Figlio fino agli estremi confini della terra. Infine, da questa Grotta benedetta, la Vergine Maria ha lanciato una chiamata pressante a tutti per pregare e fare penitenza e così ottenere la conversione dei poveri peccatori.

Il messaggio della Vergine oggi

Ci si può chiedere: quale significato può avere il messaggio della Vergine di Lourdes per noi oggi? Io desidero collocare queste apparizioni nel più ampio contesto della lotta permanente e senza esclusione di colpi tra le forze del bene e le forze del male cominciata all’inizio della storia umana,
nel Giardino del Paradiso, e che proseguirà fino alla fine dei tempi. Le apparizioni di Lourdes sono, difatti, tra le prime della lunga catena di apparizioni della Madonna che hanno avuto inizio 28 anni prima, nel 1830, a Rue du Bac, a Parigi, dove è stata annunciata l’entrata decisiva della Vergine Maria nel cuore delle ostilità tra lei e il demonio, come è descritto nei libri della Genesi e dell’Apocalisse. La Medaglia, detta miracolosa, che la Vergine fece incidere in questa circostanza la rappresentava con le braccia aperte da dove uscivano dei raggi luminosi, significando le grazie che distribuiva al mondo intero. I suoi piedi si posavano sul globo terrestre e schiacciavano la testa del serpente, il diavolo, indicando la vittoria che la Vergine portava sul mentitore e sulle forze del male. Intorno all’immagine si leggeva l’invocazione:
«Oh Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te». È da notare che questa grande verità della concezione immacolata di Maria sia stata affermata qui 24 anni prima che il Papa Pio IX l’abbia definita come dogma di fede (1854): quattro anni più tardi qui a Lourdes, Nostra Signora ha voluto lei stessa rivelare a Bernadette che era l’Immacolata Concezione.
Dopo le apparizioni di Lourdes, la Madonna non ha smesso di manifestare nel mondo intero le sue vive preoccupazioni materne per la sorte dell’umanità nelle sue diverse apparizioni. Dovunque ha chiesto preghiere e penitenza per la conversione dei peccatori, perché prevedeva la rovina spirituale di certi Paesi, le sofferenze che il Santo Padre avrebbe subìto, l’indebolimento generale della fede cristiana, le difficoltà della Chiesa, la venuta dell’Anticristo e i suoi tentativi per sostituire Dio nella vita degli uomini: tentativi che, malgrado i loro successi splendenti, sono destinati tuttavia all’insuccesso.
Qui a Lourdes, come in tutto il mondo, la Madonna sta tessendo una rete di suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del maligno e per preparare la vittoria finale del suo divino figlio Gesù Cristo.
La Vergine Maria ci chiama anche oggi ad entrare nella sua legione, per combattere contro le forze del male. Come segno della nostra partecipazione alla sua offensiva, Ella chiede fra l’altro la onversione del cuore, una grande devozione verso la santa Eucaristia, la recita quotidiana del santo Rosario, la preghiera costante e senza ipocrisie, l’accettazione delle sofferenze per la salvezza del mondo. Queste potrebbero sembrare delle piccole cose, ma sono potenti nelle mani di Dio al quale nulla è impossibile. Come il giovane Davide che, con una piccola pietra ed una fronda, ha abbattuto il gigante Golia venuto al suo incontro armato di una spada, di una lancia e di un giavellotto (cf. 1 Sam 17, 4-51), anche noi, coi piccoli grani della nostra corona, potremo affrontare eroicamente gli assalti del nostro avversario temibile e vincerlo.

Come Bernadette e con lei

La lotta tra Dio ed il suo nemico è sempre rabbiosa, e lo è ancora più oggi che al tempo di Bernadette, 150 anni fa. Il mondo si trova terribilmente irretito nella spirale di un relativismo che vuole creare una società senza Dio; di un relativismo che erode i valori permanenti e immutabili del Vangelo; e di
una indifferenza religiosa che resta imperturbabile di fronte al bene superiore delle cose che riguardano Dio e la Chiesa. Questa battaglia fa innumerevoli vittime nelle nostre famiglie e tra i nostri giovani.
Alcuni mesi prima dell’elezione di Papa Giovanni Paolo II, 9 novembre 1976, il Cardinale Karol Wojtyla diceva: «Noi siamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai avuto. Penso che la comunità cristiana non l’abbia ancora compreso del tutto. Noi siamo oggi di fronte alla lotta finale tra la Chiesa e l’anti-chiesa, tra il Vangelo e l’anti-vangelo». Una cosa è tuttavia certa: la vittoria finale appartiene a Dio. E Maria combatterà alla testa dell’armata dei suoi figli contro le forze nemiche di Satana, schiacciando il capo del serpente.

Alla Grotta di Massabielle la Vergine Maria ci ha insegnato che la vera felicità si troverà unicamente al cielo. «Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro», ha detto a Bernadette. E la vita di Bernadette ce l’ha illustrato molto chiaramente: lei che aveva avuto il privilegio singolare di vedere la Madonna, è stata segnata profondamente dalla croce di Gesù, fu consumata interamente dalla tubercolosi, ed è morta giovane, all’età di 35 anni.
In questo Anno Giubilare, ringraziamo il Signore per tutte le molte grazie corporali e spirituali che ha voluto concedere a tante centinaia di migliaia di pellegrini in questo luogo santo, e per l’intercessione di Santa Bernadette, preghiamo la Madonna perché ci fortificarci nel combattimento spirituale di ogni giorno affinché possiamo vivere in pienezza la nostra fede cristiana mettendo in pratica le virtù che distinguevano la Vergine Maria, il fiat, il magnificat e lo stabat: questo vuol dire una fede intrepida (fiat), una gioia senza misura (magnificat) ed una fedeltà senza compromessi (stabat).
Oh Maria, Nostro Signora di Lourdes, sei benedetta tra tutte le donne, e Gesù il frutto delle tue viscere è benedetto. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi, poveri peccatori, adesso ed all’ora della nostra morte. Amen.

___

* Legato pontificio a Lourdes e prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Una sintesi dell’omelia è riportata dall’edizione italiana de L’Osservatore Romano del 10-11 dicembre 2007.

___

Tratto da Holy Queen

Publié dans Antonio Socci, Apparizioni mariane e santuari, Cardinale Ivan Dias, Lourdes, Rue du Bac - Medaglia Miracolosa, Santa Bernadette Soubirous | Pas de Commentaire »

La confessione natalizia

Posté par atempodiblog le 23 décembre 2007

La confessione natalizia

La confessione natalizia dans Sacramento della penitenza e della riconciliazione Confessare

La miseria umana
L’Apostolo Simon Pietro era stato protagonista del miracolo operato da Gesù di una pesca straordinariamente abbondante (Luca, cap. 5). Egli allora, colto da una forte sensazione di inadeguatezza e indegnità, si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Ma che cosa è mai l’evento di una pesca sovrabbondante di fronte al prodigio del Natale di Gesù? Non avvertiamo noi la nostra piccolezza, anzi la nostra meschinità e abiezione, davanti alla sublimità del dono divino che si rinnova con il Natale?

La magnanimità divina
Il Natale commemora la venuta del figlio di Dio che si fa uomo per entrare da amico nel cuore di ogni singola persona. Egli non viene per farci vergognare o per far valere la sua potenza, ma per portare la sua amicizia. La caratteristica tipica dell’amicizia è quella di poter godere dei beni delle persone che si amano. Anche i genitori godono del bene dei figli, e quindi sono contenti che i figli siano in salute, che siano realizzati, che siano generosi ecc. L’amicizia con Dio, che il Natale ci richiama, ripropone la stessa realtà. Coloro che accettano la grazia di Dio, cioè la sua amicizia, sono resi partecipi, e quindi possono gustare e godere dei beni che sono propri di Dio: una verità superiore che li guida nella vita, una bontà infinita che li spinge nelle vie del bene, una felicità segreta che li sostiene nei doveri quotidiani e una viva speranza di eternità che li conforta nelle fatiche.

La condanna a morte dell’amicizia
Il peccato mortale, che è un’offesa grave fatta a Dio, costituisce una rottura della comunione con lui, e quindi è la condanna a morte dell’ amicizia che egli ci propone. Anche nel campo umano ci sono azioni cattive che per se stesse fanno morire immediatamente un’amicizia, come il tradimento e la diffidenza. Per fortuna non tutti i peccati sono uguali: il peccato mortale uccide all’istante il nostro legame con Dio, il peccato veniale lo raffredda e poco per volta lo spegne. Ma Dio conosce la nostra debolezza, la nostra incostanza e i nostri capricci, e poiché ci ama di amore infinito, ci dà anche infinite possibilità di rinsaldare, o anche di ristabilire la nostra comunione con lui.

Un’amicizia rinnovata
Il Natale è un tempo in cui cerchiamo di far rivivere, fra tutte le persone che conosciamo, i nostri sentimenti di amicizia, fraternità, riconoscenza, simpatia, stima e benevolenza. Ma prima di pensare alle altre persone vicine e lontane, il Natale è un regalo preziosissimo perché rivolgiamo i nostri sentimenti e il nostro cuore rinnovato a Dio. Il Natale di Gesù è perciò il momento di una buona confessione, aperta e fiduciosa, per rigenerare e intensificare l’amicizia che egli continua ad offrirci.

Una preparazione seria
La confessione è il sacramento della riconciliazione con Dio e della pace interiore. Un atto che, coinvolgendo il nostro cuore e Dio stesso, deve essere fatto con la dovuta responsabilità. Dobbiamo esaminarci anzitutto rispetto ai doveri che riguardano Dio. Mettiamo Dio al primo posto, offendiamo il suo nome; alla domenica e nelle altre feste comandate partecipiamo con diligenza alla S. Messa, preghiamo quotidianamente; ci vergogniamo di essere cristiani, chiniamo il capo alla volontà divina, ci fidiamo della Provvidenza o ci affidiamo a maghi e indovini? Rispetto ai doveri che riguardano se stessi e la propria famiglia. Arrechiamo danno alla nostra salute eccedendo nel bere, nel fumo o ricorrendo a droghe; teniamon un comportamento corretto nell’uso della sessualità, commettiamo atti impuri da soli o con altri, ci compiacciamo della pornografia o di immagini e letture provocanti; siamo casti nel fidanzamento secondo l’insegnamento della Chiesa, siamo fedeli nel matrimonio, siamo aperti alla vita nei rapporti coniugali; amiamo sinceramente il coniuge, lo sappiamo perdonare e comprendere, diamo ai figli l’attenzione e il tempo che meritano; rispettiamo, aiutiamo e amiamo i nostri genitori? Rispetto ai doveri che riguardano il prossimo. Abbiamo avuto rispetto della vita fisica degli altri, abbiamo procurato o favorito l’aborto; abbiamo diffuso maldicenze, malignità, calunnie, o giudicato male del prossimo; coltiviamo sentimenti di rancore, sappiamo offrire il perdono, siamo invidiosi, siamo veritieri; compiamo il nostro lavoro o i doveri di studio con impegno; siamo disonesti imbrogliando, rubando o non pagando le tasse; siamo rispettosi della natura, delle cose comuni, dell’ordine e della pulizia?

Un cuore buono e purificato
L’amicizia umana esige soprattutto sincerità e pulizia. La stessa cosa vale anche per l’amicizia con Dio, il quale, appunto, nei due ultimi comandamenti («Non desiderare la donna d’altri » e «Non desiderare la roba d’altri») chiede un cuore semplice e puro, libero anche dai pensieri e desideri sregolati. Gesù Bambino è pronto a donarsi a noi con tutto se stesso, cioè con tutta la ricchezza della sua divinità; il nostro cuore lo può accogliere e può godere dei suoi doni divini nella misura in cui è mondo e senza macchia.

P. Vincenzo Benetollo o.p.

Publié dans Sacramento della penitenza e della riconciliazione, Santo Natale | Pas de Commentaire »