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Le apparizioni del Laus

Posté par atempodiblog le 16 novembre 2007

LE APPARIZIONI DI LAUS
FRANCIA,
1647-1718
Le apparizioni del Laus dans Apparizioni mariane e santuari nddl_titolo
(Nostra Signora del Lago)
notre2 dans Laus 


Benedetta
e i profumi del Laus

   Tratto da mariadinazareth.it

Salire al Santuario di Notre Dame di Laus significa accogliere un messaggio di profonda speranza per l’intera umanità. – I profumi che qui si respirano e l’olio ‘miracoloso’ della lampada che arde davanti alla Vergine sono fenomeni inspiegabili.

A un tiro di schioppo, soltanto alcune decine di chilometri dalla frontiera con il Piemonte, sulle Alpi Marittime del Delfinato, c’è un Santuario avvolto di misteriosi profumi. È il Santuario di Notre Dame di Laus dove, per ben cinquantaquattro anni, la Madonna scelse una povera pastorella del luogo, rozza e analfabeta, la educò poco alla volta alla fede per farne uno straordinario strumento della grazia divina.

È la storia di Benedetta Rencurel, che la Chiesa ha proclamato Venerabile, in attesa di vederla elevata assai presto, anche lei come altri grandi veggenti di Maria, alla gloria degli Altari.

Quello di Notre Dame di Laus è un messaggio spirituale di profonda speranza rivolto all’intera umanità, che merita di essere conosciuto ed apprezzato più di quanto lo sia stato fino ad oggi. Non soltanto a Lourdes, infatti, è apparsa la Santa Vergine, ma sul territorio francese questo accadde molto prima, negli anni che andarono dal 1647 fino al 1718, quando l’avventura umana e spirituale della veggente del Laus si concluse qui sulla terra, per aprirsi agli spazi infiniti del Cielo.

laus1 dans Venerabile Benedetta Rencurel Suggestivo panorama del Laus, nelle Alpi Marittime del Sud della Francia,
con il Santuario di Notre-Dame.


La « pedagogia » dei piccoli passi

Benedetta Rencurel era una pastorella di 16 anni quando nel maggio 1664 ebbe, sopra il villaggio di St.Etienne, in una località chiamata « Vallone dei Forni » (« Vallon des Fours »), la prima apparizione della Madonna, che teneva per mano un bellissimo bambino.

Benoîte era nata il 17 settembre 1647 a St.Etienne; rimasta precocemente orfana, andò a servire il gregge dai Jullien, una famiglia benestante del posto. Era una ragazza dolce, cresciuta nella bontà operosa. Amava molto pregare e rimanere assorta per lungo tempo col rosario tra le dita. Sotto la dolcezza, però, si nascondeva un carattere fermo e assai determinato al bene. Ma, per tutto il resto, era una ragazza come le altre.

Al Vallone dei forni Benedetta conduceva spesso le pecore al pascolo. Perché il « Vallone dei Forni »? Bisogna dire che le montagne che circondavano il Villaggio di St.Etienne d’Avançon erano molto ricche di una terra gessosa che, cotta in forni scavati direttamente nella terra, producevano allora un buon tipo di calce. Ecco allora spiegata l’origine del nome Vallon des Fours. Fu qui che ad un certo punto, nel maggio del 1664, apparve a Benedetta Rencurel una bellissima Signora con un bambino per mano. Poco dopo, e senza proferire una sola parola, la bella Signora scomparve.

A questa apparizione presto se ne aggiungono delle altre, ma tutte silenziose. Maria non parla, non dice nulla. Sembra quasi, la sua, una precisa « pedagogia », volta a educare, attraverso la strategia spirituale dei piccoli passi, una rozza e ignorante pastorella.

laus2 L’Apparizione della Vergine a Benedetta Rencurel, in un dipinto dell’epoca.


Gradatamente, un po’ alla volta, la bella Signora prende confidenza con Benedetta e la coinvolge in domande e risposte, la guida, la conforta, la rassicura, le chiede di fare qualcosa per lei, l’aiuta a capire meglio gli altri e ad amare di più Dio.
Pur esortata dalla bella Signora a farsi ancora più umile, la giovane veggente non può nascondere ancora per molto quanto le sta accadendo. Presto anche le Autorità ne vengono coinvolte ed esigono delle spiegazioni. La Madonna, perché ormai è chiaro che della Vergine Maria si tratta, al Vallon des Fours domanda una processione di tutto il popolo e al punto di arrivo rivela finalmente il suo nome: « Mi chiamo Maria! », per poi aggiungere: « Non riapparirò più per un certo tempo! ».

Difatti, trascorrerà circa un mese perché riappaia nuovamente, questa volta al Pindreau. Ha un messaggio per Benedetta: « Figlia mia, salite la costa del Laus. Là troverete una Cappella dove sentirete profumo di violetta ». L’indomani Benedetta parte alla ricerca di questo luogo e scopre, dai profumi promessi, la piccola Cappella dedicata a Notre Dame de Bon Rencontre. Benedetta apre con trepidazione il portale e trova la Madre del Signore ad attenderla sopra l’altare polveroso. La Cappella infatti è deserta e piuttosto abbandonata. 

« Desidero far costruire qui una chiesa più grande in onore del mio adorato Figlio – le annuncia Maria –; e questo sarà luogo di conversione per numerosi peccatori, e un luogo dove io vi apparirò molto spesso » .

laus3 Altare della Cappella del Santuario, cuore del Laus.


La missione di Benedetta

Cinquantaquattro anni durarono le Apparizioni al Laus: nei primi mesi esse si verificarono tutti i giorni, poi ebbero una cadenza pressoché mensile. Nel 1672 Benedetta andò ad abitare definitivamente a Laus, in una modestissima casetta tuttora esistente. Una casupola nella quale la veggente, istruita da Maria alle verità della fede, trascorreva ore e ore assorta in preghiera, alternando momenti di pace ad altri di lotta furibonda col Maligno, da cui nel corso della vita dovette subire parecchie vessazioni.

Le sue assidue preghiere, le dure prove spirituali, le penitenze corporali a cui ella stessa si sottopone, l’austerità della sua vita tutta raccolta in Dio affinano notevolmente il suo spirito e la rendono idonea ad accogliere le molte migliaia di pellegrini che cominciano ad accorrere al Laus. Nel luglio 1673, mentre è in preghiera ai piedi di una grande Croce di legno sul colle antistante Avançon, le appare Gesù, steso e inchiodato sulla Croce, ricoperto di sangue. Da allora e per molti anni Benedetta soffre nel proprio corpo i dolori della Passione di Cristo. La veggente dovrà anche subire un forzato allontanamento dal Laus quando, nel 1692, le truppe del duca di Savoia invaderanno la regione francese. Obbediente alla Vergine, Benedetta si rifugerà a Marsiglia. Al suo ritorno ella trova il Laus tutto devastato.

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La piccola Cappella semi-abbandonata, dedicata a Notre Dame de Bon Rencontre, ove a Benedetta apparve la Vergine, sopra l’altare polveroso.


Ma altri gravi eventi la attendono: muore il suo Confessore, scompaiono quasi del tutto i suoi sostenitori, vengono chiamati al Santuario dei preti giansenisti che le rifiutano persino la Comunione e la Messa quotidiana. Si tenta di allontanarla dal Laus per rinchiuderla in un Convento. Venti anni dureranno tali persecuzioni.

Benedetta non si farà mai Suora; la sua missione infatti è un’altra. Ad alcune religiose della Savoia che, col proposito di installarsi a Laus, pensano di convincere Benedetta a farsi loro Consorella, la veggente risponde che la Madre di Dio le ha dato un compito preciso: « Bisognava che ella vedesse i pellegrini, che parlasse loro quando glielo chiedevano, per dare loro i consigli necessari, come Dio l’ispirava. E questo – diceva – non avrebbe potuto farlo in un Monastero dove sarebbe stata troppo al chiuso… ».

A partire dalla Pentecoste del 1718 la salute di Benedetta Rencurel declinò bruscamente. La veggente morì la sera del 28 dicembre, festa dei Santi Innocenti. Aveva 71 anni. Venne sepolta davanti all’Altare Maggiore del Santuario, sotto la lampada il cui olio serve ancora oggi a ungere i devoti, soprattutto ammalati e sofferenti, che ogni giorno giungono al Laus.

I misteriosi profumi e l’olio miracoloso del Laus

Alla morte di Benedetta, infatti, non si interruppe la devozione dei pellegrini verso questo luogo di culto, una devozione che sopravvisse ad alterne vicende, come la furia della Rivoluzione Francese e la soppressione della diocesi di Embrun. Più di un Vescovo ha riconosciuto la soprannaturalità dell’Apparizione, incoraggiando i Pellegrinaggi verso il Santuario. Finalmente, il 16 ottobre 1872, il Pontefice santo Pio IX proclamava Venerabile la Serva di Dio Benedetta Rencurel, la veggente cui apparve la Madonna al Laus e che ancora oggi, a distanza di tanto tempo, è oggetto di venerazione da parte di molti.

laus5 Veduta panoramica del Laus.


Proprio a lei, che era praticamente uno « zero sociale » nella società del suo tempo, la Vergine volle affidare uno straordinario messaggio spirituale, legato addirittura alla costruzione di un Santuario, all’accoglienza e alla guida dei pellegrini. E lasciò pure un segno tangibile della sua amorosa presenza in quei luoghi: un profumo soavissimo. Chiunque infatti sale al Laus può sentire misteriosi effluvi, che danno a tutti consolazione spirituale e una profonda serenità interiore.

I profumi del Laus sono un fenomeno misterioso, che la scienza ha provato a spiegare ma senza effettivamente venire a capo di nulla. È un po’ il mistero ed il fascino di questa cittadella mariana incastonata su un solitario altopiano delle Alpi francesi, che attira ogni anno un gran numero di pellegrini da ogni parte del mondo.

Salire al Laus, infatti, significa fermarsi presso la Madre, soggiornare per un po’, senza fretta, ma lasciando aperti i canali dell’ascolto e dell’accoglienza nel proprio cuore al messaggio che viene dal Cielo attraverso Maria. Di qui la presenza di numerose case (hôtelleries) aperte tutto l’anno e in grado di ricevere fino a 300 persone alla volta [per informazioni: Service d’Accueil Hôtellerie « Notre Dame de Laus » – tel. 0033.4.92503073].

Il Santuario di Notre Dame de Laus [in lingua occitana: « Nostra Signora del Lago »] conserva tuttora al suo interno la Cappella primitiva, detta ‘de Bon Rencontre’, dove la Vergine apparve a Benoîte Rencurel. Nell’abside della Cappella, davanti al Tabernacolo dell’Altare Maggiore, arde la lampada nel cui olio i pellegrini usano intingere le dita della mano destra per farsi devotamente il segno della Croce.

In piccole fiale, questo stesso olio viene poi spedito in tutta i paesi della Francia e dovunque nel mondo è diffuso il culto di « Nostra Signora del Laus ». È un olio dalle proprietà miracolose. Come la Madonna stessa aveva promesso alla sua Veggente, se fosse stato utilizzato con un profondo atteggiamento di fede verso l’onnipotenza del suo Figlio, esso avrebbe ottenuto prodigiose guarigioni, non solo fisiche ma anche spirituali, come in effetti puntualmente avviene da oltre due secoli.

Maria Di Lorenzo, rivista « Madre di Dio », agosto 2004
tratto da mariadinazareth.it

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« Figli padroni »

Posté par atempodiblog le 16 novembre 2007

Genitori troppo deboli, nelle famiglie dilagano i « figli padroni »

di Rassegna Stampa (del 15/11/2007)

L’allarme per un fenomeno in crescita lanciato dal rapporto sui giovani di Eurispes-Telefono Azzurro: cresce l’aggressività contro tutti. E il bullismo scopre l’on-line. In discoteca la moda dello « shottino » superalcolico. Sessualità: romanticismo addio.

Roma – Nelle case italiane spadroneggiano i figli, anzi, i « figli-padoroni ». Sono bambini ed adolescenti che hanno genitori timorosi che eccedono in permissivismo e ne approfittano. Il fenomeno dilagante si chiama «pedofobia». Bambini e giovani sono così fuori controllo, diventano aggressivi, con gli amici, i professori e gli stessi genitori. È la principale novità nel mondo dell’infanzia e dell’adolescenza del Rapporto annuale. Un mondo dove sia i piccoli sia i giovani si confermano amanti delle tecnologie; oltre a guardare la tv e usare il telefonino (a cui non rinuncerebbero mai) sono anche utenti di Youtube e dell’mp3. Vivono spesso con stress ed ansia non solo gli abusi ma anche le notizie su incidenti d’auto, terremoti, guerre. In generale, sanno di poter contare sulla mamma e il papà. Sulla prepotenza dei figli fra le mura domestiche, l’analisi dei ricercatori è un atto d’accusa verso i genitori: troppo impegnati, rientrano a casa stanchi, eccedono nell’essere accomodanti fino a rasentare l’indifferenza.

Genitori troppo permissivi A fronte di un figlio-padrone c’è un genitore permissivo, incapace di stabilire regole e di farle rispettare, spaventato dalle reazioni aggressive dei figli. Sono genitori impotenti del bambino che non vuole mangiare, dormire, abbandonare un videogame. «È un vero e proprio capovolgimento dei ruoli, contraddistinto dal timore dei genitori di subire attacchi verbali o fisici da parte dei figli. Anzichè rimproverare i figli e correggerne i comportamenti, un crescente numero di adulti preferisce soddisfare le loro richieste con la convinzione che in fondo si tratta di piccoli capricci cui non conviene opporsi». In tema di abusi, il rapporto riferisce i dati del servizio Emergenza Infanzia 114 di Telefono Azzurro (gennaio 2006-agosto 2007): i maltrattamenti sessuali corrispondono al 4,2% delle chiamate, quelli fisici al 5,1%, quelli psicologici al 7,6%. La violenza domestica, con il 9%, è una delle principali cause di richiesta di aiuto. Altri dati del rapporto. Il 4% dei bambini è obeso e il 24% è in soprappeso. Circa un quarto della giornata di un bambino è dedicata al tempo libero. Per i bambini e gli adolescenti gli amici restano un punto di riferimento importante tanto da vedersi anche tutti i giorni nel 63,6% dei casi. I bambini italiani sono frequentatori di feste di compleanno: 11 l’anno contro la media europea di 7.

Il bullismo ora è on-line Il bullismo sposa la rete. È la nuova forma di prevaricazione e di prepotenza fra i più giovani basata sull’uso di Internet o del telefonino. La deriva del cyber-bullying – come la definisce il rapporto sull’ infanzia e l’adolescenza di Eurispes-Telefono Azzurro – prende forma nell’invio di sms ed e-mail oppure nella creazione di nuovi siti o anche nella diffusione di foto o di filmati compromettenti sulla rete. Il tutto, rigorosamente coperto dall’anonimato, per minacciare o calunniare la vittima malcapitata. Proprio la caratteristica impersonale e la forza mediatica di messaggi scritti, di foto o di filmati rende particolarmente gravose le conseguenze di questi episodi per la vittima. A livello mondiale si stimano che circa 200 milioni di bambini e giovani sono abusati dai loro compagni. Secondo alcuni studi, l’85% degli episodi di bullismo si svolge in presenza di osservatori che però intervengono solo nell’11% dei casi.

In disco lo « shottino » superalcolico Si chiama « shottino » (lo « sparo ») ed è la tendenza che sta dilagando fra i giovani. Si tratta di un superalcolico puro, assunto per stordirsi immediatamente. Si beve prima di entrare nelle discoteche ed arrivare così già ubriachi, dopo un giro nei bar, sulla pista da ballo. L’assunzione di questo mix di alcolici, specie nelle lunghe serate in discoteca, è pericoloso perchè dà energia ed euforia. In Italia, si sta inoltre diffondendo la consuetudine (proveniente dalla Spagna), chiamata « botellon »; ossia ritrovarsi in piazza con una bottiglia di vino o di altri alcolici e formare un gruppo che condivide, oltre alle bevute, anche giochi, musica improvvisata e chiacchiere. Gli appuntamenti si diffondono con il passaparola, spesso su Internet.

La sbornia del week end E’ un fenomeno rilevante: la quota di chi si ubriaca fra i giovani 11-24 anni che va in discoteca raggiunge il 9,2% contro l’1,9% di chi non ci va. Il rapporto ricorda che nel nostro paese, il 12% (contro la media Ue del 27%) dei ragazzi 15-24 anni beve alcolici regolarmente. I giovani italiani bevono meno ma cominciano prima: in media a 12,2 anni contro i 14,6 della Ue. Le conseguenze di un eccesso di bere si ritrovano sulla strada. Sono 2.500 i giovani che ogni anno perdono la vita per incidenti stradali causati dall’alcol.

Sesso: addio romantiscismo Più sesso occasionale e meno romanticismo. È così che gli adolescenti vivono la sessualità secondo il rapporto Eurispes-Telefono Azzurro presentato oggi a Roma in cui fra l’altro si sottolinea che le relazioni sessuali si intrecciano e si svolgono, a volte in modo esclusivo, anche via sms in una sorta di immaginario erotico virtuale. Nel 2002, il 17,4% non aveva mai avuto un rapporto occasionale, nel 2007 questa percentuale è scesa al 7,7%. Un ragazzo su tre tuttavia non risponde alle domande. Inoltre, se nel 2002 il 54% dei ragazzi non aveva mai fatto sesso occasionale a rischio, nel 2005 si è passati al 47,7%. Anche se il 40,1% del campione riferisce poi di non aver mai avuto un rapporto occasionale senza protezione ma non va trascurata il 13,4% a cui è capitato qualche volta di non farne uso e il 2,7% che non lo utilizza abitualmente; l’1,8% invece non prende mai precauzioni. Gli adolescenti si mostrano poco sognatori rispetto all’ amore. A fronte del 49,1% che vede la sessualità come l’ espressione dell’amore , il 14,8% lo considera un’esigenza naturale e l’11,3% un’attrazione fra due persone. In generale, il 32,7% dei giovani ha un approccio pragmatico con il sesso. Sono le ragazze, più dei ragazzi, ad essere ancorate alla visione romantica del sesso: il 63,2% contro il 22,6% dei maschi.

Il costo dei figli? Più alto al Nord Una coppia con un figlio spende in media 2.887 euro al mese. Se nasce un altro bambino la spesa aumenta di circa 207 euro arrivando a 3.094 euro. Rispetto a nord e sud del paese esistono differenze sostanziali. Una famiglia con un figlio sostiene una spesa media mensile pari a 3.211,14 euro al nord, a 3.00,56 al centro, a 2.206,02 al sud. La differenza è quindi di oltre mille euro. In generale i settori maggiormente sensibili agli aumenti sono quello alimentare (65,47 euro), l’abbigliamento e le calzature (43,64), i trasporti (30,31), l’istruzione e il tempo libero (circa 20). Decresce invece la spesa per l’abitazione (-22,96). La situazione cambia se il nucleo familiare arriva ad avere tre o più figli. In questo caso, l’aumento complessivo di spesa familiare media mensile, rispetto ad una coppia senza figli, è pari a 311,33 euro ed è fortemente influenzato dalla spesa alimentare.

L’esercito dei lavoratori-minorenni In Italia ci sono 400 mila lavoratori minorenni, stimanoEurispes e Telefono Azzurro, un fenomeno che coinvolge sia italiani sia stranieri e che interessa l’interno territorio nazionale. Il lavoro minorile (nel mondo si stimano 218 milioni piccoli lavoratori) si ritrova in contesti di disagio e di povertà; a volte è considerato un’alternativa alla strada. I minori sono spesso inseriti in contesti di imprenditoria familiare dove non esistono condizioni di povertà. Si registra poi quella che il rapporto definisce una «fascia grigia», ossia bambini coinvolti in attività lavorative, non veri e propri sfruttamenti, che permettono la compresenza di scuola e lavoro. Infine, non mancano situazioni di vera e propria tratta e sfruttamento gestito da realtà criminose italiane e straniere tale da configurarsi come una nuova forma di schiavitù.

Il Giornale – articolo di Redazione – giovedì 15 novembre 2007

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