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Il male è nato dagli angeli

Posté par atempodiblog le 27 septembre 2007

Il male è nato dagli angeli dans Fede, morale e teologia padrelivio

Quante volte si sente dire “dov’è Dio?”, specialmente quando si verificano tragici eventi, però il male non è stato provocato da Dio ma è entrato nel mondo a causa dell’infedeltà dell’uomo. Dio si è impegnato a liberarci dal male con la nostra collaborazione. La Santa Croce, dove Gesù Cristo ha volontariamente portato il male del mondo, indica come Dio abbia preso sulle sue spalle tutte le sofferenze e le negatività umane e le abbia espiate al nostro posto ed a nostro favore.
Qualche altra persona si chiede perché Dio non esibisca davanti ai nostri occhi la Sua onnipotenza per eliminare il male. Potrebbe farlo senza eliminare la libertà? La vita conserverebbe più il suo significato che è un tempo di prova dove l’uomo decide del suo destino eterno? Dio ha tolto al male il suo pungiglione mortifero e questo può essere trasformato in bene. Dio veicola i peccati commessi in modo tale da scoprire la Divina Misericordia. Non c’è nulla che Dio non possa volgere al bene, se Egli permette il male è per ricavarne un bene maggiore.
Pensando allo Tsunami (il maremoto dell’Oceano Indiano del dicembre 2004) Padre Livio ha affermato che “Dio era lì che bussava alla porta di ogni cuore, inondato dall’acqua, per portarli nell’Oceano dell’Infinito Amore”. Dove c’è stato lo Tsunami ricordo che c’è il turismo sessuale con sfruttamento di minori.
Ricordo che la vita va dal tempo all’eternità e che la vera vita è quella eterna.

Il bene, la verità, la luce, l’amore, la bellezza sono attributi divini e quindi infiniti ed eterni. Il male è una realtà creata. Non esiste il dio del male. Prima che esistesse il mondo, il male non esisteva. Prima che esistessero gli angeli e gli uomini, il male non esisteva. Quindi se uno è corazzato con la forza di Dio lo manda in frantumi.
Nella storiella famosa di Adamo ed Eva c’è più sapienza che in tutti i libri che ha scritto l’umanità. Perché li c’è la risposta che Dio ti da su come è nato il male. Il male è nato con la libertà umana. Quando una creatura ha disubbidito a Dio. Gli uomini non sono stati i primi a far nascere il male.
Nel primo istante Dio creò gli angeli e li elevò in grazia, ma non ancora con la visione di Dio. Nel secondo istante furono sottoposti alla prova. Chi accettò la dipendenza da Dio superò la prova, accettando di essere creatura e accettando il piano Divino della creazione (perché creando il mondo Dio aveva un piano, che prevedeva anche l’Incarnazione – a prescindere che l’uomo avesse peccato o meno).
Le creature che hanno deciso di non ubbidire a Dio hanno creato il male. Non amandolo e contrapponendosi a Lui. Volevano essere loro Dio al posto di Dio. L’illusione della libertà assoluta, il che è ridicolo. Basta pensare: prima non esistevo, ora esisto…
E’ nato come atto d’orgoglio. Noi uomini abbiamo difficoltà a comprendere il male perché questo è nato dagli angeli.
Perché Dio ha lasciato le creature razionali (angeli e uomini) liberi nella possibilità di fare il male? Ha creato esseri che potevano dirgli di no. In caso contrario avrebbe dovuto crearci come cane, come gatto…
Aveva previsto che degli angeli e degli uomini non avrebbero superato la prova.
Il tempo della prova per noi dura tutta la vita. Per gli angeli è durato un istante. Perché essendo purissimi spiriti possono determinarsi in un istante.
Essendo anime incarnate per fare il bene e fare il male abbiamo bisogno di tanti atti. Facendo il bene ci rafforziamo nelle virtù, verso un’impeccabilità morale (commettendo solo imperfezioni). Facendo il male pian piano andiamo verso l’impenitenza.
Tra gli angeli, chi superò la prova fu ammesso alla visione di Dio, alla comunione con Dio, alla partecipazione alla Vita Divina perché Dio è un oceano immenso d’Amore, di Comunione, di Gioia, di Pace, di Luce. Non possiamo nemmeno immaginare. Il paradiso è Dio dentro Dio.
Quando uno è nella visione di Dio non può più peccare. Direte, allora non è libero? Sia gli angeli che i santi in Paradiso sono liberi ma non possono peccare.
La libertà umana è una proprietà della volontà. La volontà è una facoltà dell’anima, un’attività dell’anima spirituale. La volontà è un desiderio di bene. Per cui noi siamo sempre spinti a scegliere per ciò che per noi è un bene. Dopo aver stimato che è un bene lo scegliamo e lo vogliamo. Quindi nessuno di noi sceglie il male. Magari si sceglie un male non sapendo che lo è. Tutto ciò che noi facciamo, lo facciamo pensando che per noi è un bene (perfino uno che si uccide, lo fa perché pensa che annientandosi elimina la sofferenza). Ogni azione dell’uomo è sotto la ricerca di un bene per se. Talvolta, un bene illusorio e ingannevole.
Quindi quando il Sommo Bene si ha davanti agli occhi, lo si vuole con tutto il cuore, con tutto se stesso, siamo come il cane che vuole l’osso.
Gli angeli, non ancora ammessi alla visione di Dio, che hanno fallito la prova con la loro affermazione di indipendenza, credevano di poter diventare loro Dio al posto di Dio. Il peccato degli uomini è meno grave di quello degli angeli perché questi ultimi non erano tentati dal demonio ma loro sono diventati dei demoni.
Il peccato di Adamo ed Eva è più grave del nostro perché furono creati in sapienza, in grazia e non avevano la concupiscenza come l’abbiamo noi. Non avevano la visione di Dio, quindi nella valutazione del bene e del male potevano sbagliare.
L’arte sublime del demonio è conoscere noi più di quanto conosciamo noi stessi. Sa che ogni nostra azione è dettata dalla ricerca di qualcosa di buono, anche quando facciamo azioni cattive. Ogni azione è guidata da un vantaggio (es. abortisco così non ho chi mi rompe le scatole). San Francesco dà tutti i suoi beni perché cerca una ricchezza più grande che è l’Amore di Dio.
Il demonio sa che Dio ha messo l’uomo di fronte alla via del bene e alla via del male; perché la vita è il tempo della prova di fedeltà e amore per essere ammessi in Paradiso.
Nella navigazione della vita Dio ci ha dato l’intelligenza, la coscienza, la libera volontà sul piano naturale, poi ci ha dato la Chiesa, i Comandamenti, la Grazia, gli Aiuti Spirituali.
Il demonio sa che la via del male porta a casa sua, quindi se non percorriamo la via del male non avrà sudditi. Avrà angeli ma pochi uomini. Quindi deve imbrogliare le carte. Presentare la via del male molto appetitosa. La Madonna più volte ci ha messo in guardia dalle false luci e alla false gioie.
Noi ci muoviamo solo se possiamo avere qualcosa di buono e, quindi, ci presenta il male sotto forma di bene. Ci dice che con Dio si vive peggio. Si vive peggio con la Chiesa, con i Comandamenti, con il Rosario e così ci rovina la vita.
Larga è la porta e ampia la via che porta alla perdizione eterna (questo ce lo insegna Gesù) e sono molti quelli che la percorrono. Questa cosa è stata ribadita dalla Madonna, specialmente a Fatima (“oggi molte anime vanno all’inferno perché non c’è nessuno che prega e si sacrifica per loro”) ed a Medjugorje (“sono molte le anime che vanno all’inferno »).

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Ai preti manca sposarsi?

Posté par atempodiblog le 27 septembre 2007

Ai preti manca sposarsi? dans Fede, morale e teologia Madonna-e-sacerdoti

Questo intervento nasce, grazie ad una riflessione ad alta voce di Padre Livio, perché in tv si parla di coppie di fatto e non più di matrimonio, mentre quest’ultima forma di unione vorrebbero affibbiarla ai preti. Il celibato dei preti non è un dogma di Fede. Il primo Papa, San Pietro, era sposato.

La Chiesa latina, nel corso della storia, ha ritenuto opportuno associare al sacerdozio il voto di castità e questa scelta si è rilevata molto positiva. Il popolo ha imposto il celibato perché andava a Messa dai preti celibi e non da quelli sposati.Non dimentichiamo che Gesù Cristo era celibe e che il prete è un Altro Cristo.

La crisi delle vocazioni non si risolve con i preti che si sposano, la crisi riguarda anche i pastori protestanti e i preti anglicani (che si sposano). Il problema del clero è quello della Fede: ha poca Fede.

La Valtorta scrisse che il tempo della grande impostura sarebbe stato preparato da una crisi del clero. Ricordo l’apparizione delle Tre Fontane a Roma dove la Madonna della Rivelazione fece vedere, per terra, al veggente un drappo nero, una veste gettatata e una croce spezzata; dicendo che ci sarebbe stata una grande infedeltà da parte dei sacerdoti. Infatti, in quei tempi, furono molti i sacerdoti che lasciarono l’abito. Questa crisi non riguardava una crisi dei sensi (crisi affettive e affini) ma una mancanza di Fede che porta al naufragio nella stessa.

Guardando la situazione della Chiesa oggi si è portati a pensare una frase di Gesù: “Quando verrà il Figlio dell’Uomo ci sarà ancora la Fede sulla Terra?”. Bisogna essere saldi nella Fede. Le vocazioni, sia maschili che femminili, di clausura – dove la vita è eroica – sono le uniche che non hanno crisi. Gli ordini religiosi più austeri han conservato le vocazioni, invece quelli che hanno aperto al mondo hanno perso le vocazioni. Ci vorrebbe una rinascita spirituale, in cui si è entusiasti della propria Fede e missione.

E’ fondamentale che i preti conoscano di più Gesù Cristo e che lo amino di più. Quindi il sacerdote è chiamato ad imitare Cristo che era celibe (essendo un Altro Cristo) e a dare piena dedizione alla Chiesa Sposa di Cristo, a cui dona la sua esistenza e la ricchezza dei suoi sentimenti. Questi ultimi due motivi che ho scritto sono un teologico e l’altro ecclesiologico e c’è anche una terza ragione di natura escatologica: per testimoniare la vita futura.

Il prete si stacca da alcune cose per essere più disponibile, per diventare un padre in senso spirituale. Aiuta a scoprire l’Amore di Dio. Oggi manca l’amore per Gesù e per le anime. Il sacerdozio è il prolungamento di Gesù Cristo, della sua vita e delle sue scelte.

Gesù era tutto della sua missione. I preti sposati devono dedicare del tempo alla loro famiglia e la gente è scontenta. I fedeli sono “figli” del sacerdote. Per trasferire i preti da una Parrocchia ad un’altra o da un posto all’altro bisognerebbe chiedere il permesso alla moglie ed ai figli (che hanno amici, scuola, ecc… in quel posto). Se un figlio desse cattivo esempio, di riflesso il prete perderebbe un po’ della sua autorità (la gente mormorerebbe che se non sa educare il figlio come può condurre bene i fedeli, ecc…).

Veniamo al triste argomento dei preti che lasciano l’abito: costoro restano sacerdoti per sempre e per loro bisogna pregare e digiunare. Non forzarli perché Dio ha lasciato a tutti una volontà libera. Gesù, gelosissimo dei suoi Sacerdoti, non vuole e non tollera che vengano mosse accuse, di nessun tipo e di nessun genere, anche se l’evidenza delle cose e dei fatti lo rendono palese. Bisogna pregare, pregare, pregare e mai giudicarli, se succede questo, la colpa è dei fedeli, che non pregano abbastanza per avere santi Sacerdoti! Bisogna usare carità spirituale, quando si parla di qualsiasi Sacerdote, anche se colpevole…

Profetiche furono le parole del Cardinale Newman: “Molti ecclesiastici si sono lasciati andare ad una vita di mollezza. Non intendono più il valore della loro chiamata alla vita di povertà, umiltà e castità. Spogliatevi ora di questi ornamenti del mondo che adescano ed intrappolano le vostre anime, fratelli miei; e distruggono la vostra vocazione. Gli anni che vi rimangono sono pochi per recuperare il gregge che avete disperso. Svegliatevi ora dal vostro sonno… O fratelli miei, sono pienamente consapevole dei vostri dilemmi e degli errori che si sono impossessati di voi. La vostra obbedienza deve essere data all’Eterno Padre. Non ci sarà alcuna giustifi­cazione per l’uomo che favorisce l’errore e l’eresia!… Tornate indietro, fratelli miei…”.

Oggigiorno si prega pochissimo per i Sacerdoti, invito tutti a recitare questa preghiera che ci ha insegnato San Pio da Pietrelcina: “Dio Onnipotente ed Eterno, che vuoi la salvezza di tutti gli uomini e non vuoi che alcuno perisca, dona al mondo Sacerdoti Santi, perché il Loro esempio trascini gli altri a conoscerti meglio, ad amarti di più e a servirti come a Te conviene. Amen”. Concludendo, ai preti non manca sposarsi ma avere più Fede.

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